Per 11 anni ho lavorato in un’istituzione meravigliosa, il Mart di Rovereto. Se dovessi sintetizzare il mio lavoro con un’immagine, sceglierei questa:
Ho sempre pensato che il museo debba lavorare con i freelance, ma allo stesso tempo debba evitare di affidare loro compiti essenziali.
Io progetto consulenze e corsi brevi per fornire competenze digitali a tutti i dipartimenti di un museo e per far crescere la capacità dell’istituzione di dialogare autonomamente con la realtà.
Il web è come il telefono o l’elettricità; sarà anche nuovo ma riguarda tutti.
Al Mart, il lavoro di cui vado più orgoglioso è stato proprio questo: lo sviluppo di un team di persone realmente attivo e autonomo con strumenti digitali. Non perché il digitale sia disruptive (sovversivo), ma perché è utile e fornisce accesso pubblico ai contenuti. Ho riunito un gruppo di circa 9 persone e abbiamo lavorato bene. Avevamo ben pochi esempi a cui ispirarci, perché nei musei ben pochi lavorano in questo modo.
A differenza di altri consulenti, io non lavoro per rendermi indispensabile. Non mi propongo di colonizzare un pezzo di museo sfruttando la rinuncia delle istituzioni a presidiare la propria reputazione digitale. Quello che offro è lo sviluppo di una strategia in armonia con la mission. La presenza sul web di un museo deve essere sostenibile, deve raggiungere risultati certi e in sintonia con le politiche di sviluppo istituzionali e territoriali. Deve prevedere margini di crescita professionale per lo staff interno. Deve riguardare la realtà, e non il marketing, deve dire le cose come stanno, e deve premiare l’entusiasmo e la passione di chi ci crede.
Facciamo un test?
Se almeno 7 di queste 10 domande ti mettono in crisi, potrei avere qualcosa da insegnarti. Se nessuna ti mette in crisi, potrei pagarti per imparare
- Ha senso usare i social network? Come, quali, perché, quando? Come si gestiscono le crisi? Come possiamo ridurre i tempi di produzione dei contenuti?
- Le persone che ci seguono online vengono davvero al museo? E comunque, come facciamo a misurare i risultati che ci interessano?
- Si deve pagare per ottenere dei risultati sul web? Dove e come ha senso spendere dei soldi, e quanto di questo lavoro va delegato alle agenzie?
- Come si progetta una newsletter? Come si profilano e segmentano gli utenti? E quella roba mostruosa del GDPR?
- Come ci regoliamo con chi vuole fotografare e usare le foto? Come si scrive una liberatoria? E già che ci siamo, come si gestiscono gli archivi di immagini?
- Come si fa a sedurre la community di nerd di Wikipedia? O quella degli egocentrici di Instagram? E poi, tocca farlo davvero?
- Come facciamo a produrre contenuti di qualità senza soldi, senza competenze specifiche e con situazioni contrattuali umilianti che demotivano le persone?
- Mi sono reso conto che mi servono strumenti professionali per gestire gli eventi, distribuire questionari, monitorare il sito web e cercare contatti rilevanti. Ma quali uso, e come si usano?
- Dove distribuiamo i contenuti? Come facciamo a capire cosa scegliere tra centinaia di app, social network, chatbot e siti web?
- Che linguaggio dobbiamo usare? Non sarà troppo formale? Non sarà troppo informale? Come litigo coi curatori senza farmi male?
Come funziona? Ecco qua un modulo informazioni: ti risponderò in privato